Storie a puntini
“Prima di valutare se una risposta è esatta si deve valutare se la domanda è corretta.”
Immanuel Kant
Io sono Michele Bondanelli
Architetto BIM Specialist esperto in restauro architettonico e ti do il benvenut@ su Pensieri OutOfBIM
La newsletter che parla di tecnologie digitali nel mondo del restauro e della conservazione.
Ebbene si mi sento destabilizzato, smarrito e orfano!
E’ stato il più bel Tour de France dal dopo Pantani, si anche più del tour dello squalo!
Ma i puntini corrono e si rincorrono, agosto è alle porte, e il mondiale di ciclismo, di rugby, di basket si avvicina!
Ok ti saluto e vado a svaligiare lo scaffale della birra al Conad…
P.S. Come noterai in questa puntata ci sono pochi grafici, immagini e riferimenti. Scelta consapevole? No ho il PC impegnato a sputare una nuvola di punti densissima… e mi ruga accendere il notebook, le immagini fatte su iphone non le ho scaricate prima e adesso sto ascoltando il concerto dei The Lumineers su youtube e non voglio interromperlo. Svogliatezza!
Pensieri (H)BIM
Come tutti anche io ho avuto una discreta esperienza CAD, alla fine degli anni novanta fino alla fine dell’università e per tutto il periodo post vivevo di bicicletta e autocad.
Poi in una notte stellata tra le calli di Venezia, dopo svariati “cicheti” e diverse “birette” tentando ragionamenti alti sul fatto che gli studenti a revisione si presentassero con il “portatile” (si lo chiamavamo così) e a forza di scrollare non si capiva una “mazza” di quello che avevano disegnato/rilevato
l’illuminazione
Lo ZOOMWHEEL ha ucciso la scala di rappresntazione grafica e il Docci-Maestri lo possiamo usare per p…untellare la scrivania.
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La stessa parabola controrivoluzionaria della rappresentazione sta avvenedo con il BIM. Se da un lato la generazione cad ha definitivamente (dis)perso il senso di ciò che si rappresenta in funzione della scala grafica sacrificandola sull’altare della “rotellina del mouse” in un infinito scroll, la generazione BIM, giovane ( non letteralmente nel senso esclusivo anagrafico) dinamica e interopreabile proprio il dilemma non se lo pone.
Prendo spunto da un post di Pietro Farinati dove, giustamente, si pone il problema di
“a che livello di LOD corrispondono le varie fasi progettuali ( fattibilità, definitivo-esecutivo)”?
Una risposta è doverosa ma per valutare la sua eventuale correttezza dobbiamo capire se la domanda sia attendibile.
In parole povere: un modello 3D deve essere una rappresentazione della realtà o deve riprodurre la realtà e fino a che punto?
Se consideriamo il disegno tecnico/architettonico lo strumento di comunicazione del nostro mestiere, sia esso nella sua veste 2D che 3D ma comunque visualizzato su strumenti fisicamente bidimensionali, allora abbiamo la necessità di definire compiutamente quali scale di rappresentazione siano necessarie a comunicare una planimetria piuttosto che una sezione e quindi la carica informativa ad esse collegate.
Nel secondo caso invece qualora la modellazione 3D venga intesa come il tentativo ( vano) di riprodurre la realtà allora forse facciamo un altro mestiere!
Ma che cos’è la scala di rappresentazione
è il rapporto tra la dimensione di un elemento nel disegno e la dimensione originale dello stesso elemento nella realtà.
Ad ogni scala corrisponde un determinato graficismo, segni codificati di linee e spessori di linee ( es. parti sezionate o a vista) che si fondano sulle ormai datate UNI ISO 5459:1986 e che trovano diverse verisoni per ogni manuale dell’architetto o di rilievo architettonico.
Quello che però più ci interessa è che ad ogni scala grafica corrisponde una tolleranza di scala cioè un lmite dimensionale solitamente espresso in centimetri di rappresentazione dell’oggetto che trova riscontro nell’errore di graficismo, ovvero l’errore che si commette nel tracciare una linea, o possiamo dire nel modellare un elemento, che rappresentare un oggetto.
I software di bim authoring come Archicad ci permettono di passare da una scala all’altra ma la magia ha un prezzo da pagare se non la si governa.
Quando infatti dobbiamo modellare un edificio antico dobbiamo avere a disposizione un template che sia già predisposto e settato con i diversi parametri di viste, combinazione di lucidi, lucidi, set di penne, scala sovrascritture ecc. in funzione di quale sarà lo strumento di comunicazioe finale, l’elaborato.
La scala di rappresentazione è fondamentale anche nel mondo 3D.
In primo luogo ci aiuta a scegliere lo strumento di rilievo più idoneo ma soprattutto ci aiuta a definire i parametri di output delle nuvole e delle mesh da utilizzare per la costruzione dei modelli.
In secondo luogo ci consente di definire il livello di approfondimento geometrico degli elementi a cui successivamente potremmo poi associare il livello di fabbisogno informativo!
Tornando alla domanda posta da Pietro Farinati la formulerei così:
Cosa vogliono comunicare la varie fasi progettuali?
Mia nota personale: per il restauro ma anche per tutto il patrimonio esistente tra le fasi progettuali dovremmo aggiungere quello della conoscenza altrimenti il (H)BIM sarà solo una cora a chi ci mette meno tempo
Lo-Fi
Agosto tempo di vacanze per tanti, tempo di rallentare un po e magari sperimentare.
Ti segnalo qualche app da avere nel kit del rilievo lo-fi e di cui ti parlerò nelle future newsletter.
APP per la pianificazione del rilievo
Notion: per prendere appunti e programmare e pianificare i progetti
Morpholio: strumento di disegno che ti consente di sviluppare facilmente eidotipi
Note (solo apple): per prendere note e tanto altro sia in campo che in studio
APP per la fotografia
Reflex Camera: permette di settare i parametri della fotocamera dello smartphone come una vera reflex. A pagamento
*Helide Mark II: permette di settare i parametri della fotocamera dello smartphone come una vera reflex. A pagamento
Adobe Photoshop express: non ha bisogno di altro se non che è un mini photoshop sempre in tasca
Adobe Lightroom: la camera chiara per gestire i file raw!
APP per la misurazione
Lidar pointer: un minidisto
Magicplan: creare piante 2d
*Metro (solo Apple): prendere misure senza il classico metro a stecca ( che rimane insostituibile)
Livella e bolla: livella e bolla sempre con te
3DScanner app: la mia app di riferimento per la scansione lidar, gestisce grandi progetti senza abbonamento.
DOT3D: la mia app di riferimento quando serve un livello di accuratezza superiore, in abonamento
APP per l’elaborazione
3D Recon: è il rivale di DOT3D ma permette anche la post elaborazione fotogrammetrica da immagini o video, free con molta calma, in abbonamento
RealityScan: per fotogrammetria speditiva fast ma dal grande impatto comunicativo grazie all’abbinamento con sketchfab
*Polycam 3D: ci provo sempre ad usarla, la app più apprezzata ( non da me) per la cattura del reale
*app lalternative che non uso quotidianamente
Intanto che scrivevo questa lista mi sono reso conto che è meglio se faccio una bella infografica/tabella. Metto tra le cose da mettere nella prossima puntata, intanto provale e fammi sapere come è andata……..
Lezioni del Qubo
Per questo mese di agosto ti consiglio il libro
La scienza dello storytelling. Come le storie incantano il cervello
di Will Storr
Una indagine profonda sull’essere umano come animale narrativo.
Quante storie abbiamo da raccontare e quante storie ci vengono raccontate?
Il libro indaga l’evoluzione del linguaggio e le sue ricadute sulla nostra vita , un aspetto fondamentale anche per chi fa la professione di architetto.