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Fare una passeggiata

michelebondanelli.substack.com

Fare una passeggiata

Ogni modo di osservare un problema è solo uno dei tanti disponibili

Michele Bondanelli
Nov 25, 2022
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Storie a puntini

Hai presente il cubo di Rubik?

Immagine di Linus Belanger by Unsplash

Questa settimana ho spesso collegato il rompicapo mito degli anni ottanta con il lavoro di architetto, o quantomeno con il mio. Ok non mi occupo di super o minus bonus e per gli amici colleghi 110ari questa è stata una settimana da “stranger things” altro che Magic Cube……. a loro la mia piena solidarietà.

Il metaverso rugbistico è tornato ad avere dimensioni reali e comunque bene bella partita, finalmente mi sono visto l’Italbasket con un super Poz che ci ha portato ai mondiali, quelli di pallacanestro! Ma soprattutto ho camminato, mi sono fatto delle bellissime passeggiate.

Ora dalle mie parti non ci sono “boschi”, Bill Bryson se avesse soggiornato qui avrebbe scritto decisamente un altro racconto, ma posso dire che sia un piccolo “Walden” dove si ritrovano suoni, silenzi, paesaggi reali e immaginari e dove respirare a pieni polmoni.

Il punto di collegamento di tutti i track che faccio è il parco della Pieve di San Giorgio, un ambiente magnifico in tutte le stagioni, o meglio in piena estate ENAC emana una AIP di divieto di volo per eccesso di zanzare e su D-Flight l’area è bordeaux non rossa…..

Pieve di San Giorgio di Argenta

Che dirti! La Pieve è l’architettura di studio del Progetto Pilota

Se voi, se hai voglia, se ti va di lasciare feedback, commenti suggerimenti, porre domande, proporre argomenti specifici o semplicemente fare due chiacchere a fine giornata iscriviti al gruppo telegram OutofBIM.

Pensieri (H)BIM

Come scegliere l’oggetto del Progetto Pilota HBIM?

Non lo so con certezza, ogni modo di osservare un problema è solo uno dei tanti disponibili, ma provo a partire dalla mia esperienza.

Quando ho implementato il BIM in studio stavo anche acquisendo la certificazione ISO 9001 che poi non ho più rinnovato per mille motivi ma che mi ha dato un punto di vista manageriale che difficilmente noi liberi professionisti riusciamo ad acquisire, tantomeno l’ambito universitario ci fornisce strumenti a tal proposito. Non dico che sia indispensabile intraprendere la strada del project management ma trovo che, ancora prima di scegliere quale architettura sacrificare al progetto pilota, tu possa prendere spunto dalla UNI/PdR 74:2019 per la gestione dei sistemi BIM, dove il termine sistemi lo dobbiamo intendere come studio di architettura/ingegneria ecc…

Concludendo le premesse e ti rimando alla normativa di riferimento Nuovo Codice degli Appalti D.lgs. 50/2016 e il Decreto BIM D.M. 312/2021 (aggiornamento del D.M. 560/2017) e la normativa nazionale volontaria UNI 11337, la UNI EN ISO 19650 e la UNI EN 17412 di cui avremo modo di parlare e sperimentare, intanto mettile nel cassetto. Ok prometto basta! Troppa norma forse siamo partiti subito dalla norma senza esperienza pratica ma tantè.

Nelle letters precedenti ti ho accennato al fatto che il nocciolo della questione sia l’approccio mentale o meglio un mindset.

è vero bisognerebbe usare più termini e locuzioni italiane, è vero mindset è stra-abusato ma in questo contesto credo rappresenti correttamente cosa dobbiamo cambiare per approcciarci al BIM, ma anche al presente digitale!

Il mindset non è un approccio ma una rivoluzione mentale

Per scegliere l’oggetto di architettura sul quale sperimentare, sbagliare e innovare dobbiamo usare criteri completamente diversi da quelli che sino a dopo domani userai nel quotidiano.

Per prima cosa devi porti questa domanda: Dove posso aver pazienza?

La necessità di aver pazienza è il carattere principale di un progetto pilota. Si deve aver il tempo necessario per maturare, sbagliando. Lascio a te definire la forbice temporale in quanto è variabile da persona a persona, io per esempio sono uno che non eccelle nella rapidità, ho bisogno di più tempo per sedimentare e arrivare alla giusta soluzione quindi devo poter contare su un caso studio dove la pressione di consegna tipica del lavoro sia molto ridotta.

Non importa quindi che sia una commessa vera e propria o un caso studio a se stante, il primo progetto pilota era una commessa questo secondo no è pura sperimentazione. Devi poter contare sulla certezza che ti servirà più tempo rispetto al “come ho sempre fatto”.

05_restauro-BIM-modello
Immagini tratte dal progetto pilota n.1 Ex Chiesa di San Giovanni, Argenta (FE)

La seconda domanda che devi porti è: Quante risorse posso impiegare?

Quando si valuta la scelta del progetto pilota si deve mettere sul piatto della bilancia l’aspetto economico della faccenda. Prendilo come un investimento, fatto di acquisto di software ok ma anche e soprattutto di ore lavoro tue e dei tuoi eventuali collaboratori.

Ti consiglio di definire un budget, un tetto di spesa, che comunque vedrai che supererai appena vedi i primi risultati ma questo è un altro discorso…..

Quello che ti consiglio è investire molto sulla formazione di qualità, corsi e webinar di esperti come ad esempio la Graphisoft Learn Academy per Archicad o le risosrse di Luca Manelli sempre per Archicad, senza contare la formazione di BuildingSmart. Questa formazione ti rimarrà sempre e ti consentirà di reperire online nel tempo canali e risorse preziose.

In alternativa puoi affidarti a servizi di tutoraggio o coaching in presenza sempre più disponibili per l’ambiente BIM.

Terza e ultima domanda: Quale obiettivo voglio raggiungere?

Sembra banale ma la questione non è quanto grande o piccolo sia l’edificio o l’architettura su cui sperimentare ma quale sia il fine per cui realizzo il progetto pilota.

Il tuo fine è quello di realizzare un progetto di un edificio unifamiliare dallo studio di fattibilità alla consegna delle pratiche autorizzative fino alla realizzazione?

Ti occupi di interior design e vuoi realizzare un progetto completo dall’ideazione alla visualizzazione 3D fino alla realizzazione?

Oppure come me vuoi approfondire gli aspetti di informatizzazione digitale delle fasi di conoscenza nel progetto di restauro?

Come vedi ci possono essere molti obiettivi a cui poi sottendono diverse possibilità.

Il progetto pilota che porto avanti e che ti racconto con questo substack è dimensionalmente piccolo ma presenta diverse complessità, volute e ricercate:

  1. Presenza di aree archeologiche scavate e documentate, quindi necessità di acquisire i dati di archivio e restituirli nel modello 3D

  2. Presenza di un’area di parco molto estesa, quindi necessità di definire i limiti e contorni della acquisizione dei dati topografici del suolo e la loro rappresentazione 3D

  3. Presenza di una stratigrafia muraria molto significativa, quindi definizione dei livelli di modellazione delle murature direttamente legate all’analisi stratigrafico costruttiva

  4. Presenza di apparato architettonico complesso, quindi definizione dei gradi di approfondimento sia del rilievo diretto che della modellazione 3D

  5. Presenza di lacerti di superfici interne decorate a fresco, quindi definizione dei gradi di approfondimento sia del rilievo che della loro modellazione 3D

Il mio obiettivo è quello di definire/migliorare un flusso di lavoro concepito sul livello di fabbisogno informativo, e non sui LOD, partendo da cosa voglio comunicare, gli elaborati finali, per arrivare a come nel bim authoring rappresento e “informo” un determinato elemento della fabbrica antica.

Non ultimo un aspetto importante! Scegli un luogo vicino casa, bello dove anche solo facendo una passeggiato o un giro in bicicletta puoi raggiungerlo e vederlo, analizzarlo, soffermarti a ragionare sul posto prendendoti una pausa del lavoro quotidiano. Il progetto pilota non deve essere, almeno per me, una ennesima scadenza ma il momento di crescita.

Il progetto pilota può anche essere un proseguimento di un lavoro già eseguito o di un altro progetto di innovazione come è stato per me con “Heritage Information Building. Governo e innovazione dei processi nel progetto di restauro” presentato al premio Innovatori Responsabili 2021 della Regione Emilia Romagna

I prossimi pensieri saranno: Cassetta degli strumenti. Scegliere gli strumenti di authoring e quelli specialistici integrativi.

Tools

Oggi vi suggerisco il servizio di formazione Domestika e Udemy io ne ho approfittato del Black Friday acquistando due corsi interessantissimi su Rhino e Grasshopper software che voglio approfondire e provare a implementare meglio nel flusso operativo.

Lezioni del Qubo

Mercoledì in partenza dai cantieri ho aperto Apple Podcast, si ve lo confesso per me è la app migliore per ascoltare podcast, e ho trovato fresca fresca la nuova puntata di Archicad Talks dal tema BIM e libera professione con Diego Bortolato.

Una chiacchierata tra amici come sempre nello stile di Roberto Marin con un sacco di spunti anche per questo mio progetto. Da ascoltare

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