Ciao,
sono Michele Bondanelli e questo è il trentasettesimo numero di PensieriOutofBIM per gli amici OoB la newsletter che parla di tecnologie digitali nel mondo del restauro e della professione di architetto.
Buona lettura
Storie a puntini
Ci sono dei momenti, quelli che ti sembrano non finire mai, in cui la vita ti ricorda che “quando tutto va storto se qualcosa va dritto quello è un TIR” [Lupo Alberto che cita Eros Drusiani].
Un po come nella fattoria McKenzie è successo di tutto! Ma più che alla Lupo l’ho presa alla Enrico… la talpa. E questo è un buon segno.
Ma alla fine che mi è capitato? Nulla di significativo…
Broncopolmonite condita da influenza virale
Crash della workstation a 8 giorni dalla scadenza della garanzia
Abbiamo buttato via l’occasione del secolo per battere l’Inghilterra nel sei nazioni
Tralaciando che esultare alle mete dell’Italia con una broncopolmonite non è uno spettacolo da vedere, che nel secondo tempo avere 38,5 di febbre ti fa sperare che sia tutta un’allucinazione, veniamo a noi!
Nelle settimane scorse è uscita una notizia sul portale Ingenio in cui si evidenzia come
“Progettisti interni alla pubblica amministrazione: non è necessaria l'iscrizione ad un Albo professionale”
Presa da: https://www.ingenio-web.it/articoli/progettisti-interni-alla-pubblica-amministrazione-non-e-necessaria-l-iscrizione-ad-un-albo-professionale/
Il parere ANAC n.64 del 10 gennaio 2024 si riferisce al d.lgs. 36/2023 - Nuovo Codice Appalti in cui non è specificato nulla in merito…
Cioè: siccome la norma ( come poi anche per il vecchio codice) non dice espressamente che i dipendenti pubblici per esercitare la professione ( progettazione interna) debbano possedere iscritti ad un albo professionle allora è sufficiente, solo aggiungo io, l’abilitazione all’esercizio della professione.
Questo intricato ginepraio di parole che si rincorrono ( le norme sulla professione partono dal 1923) di fatto pone davvero una riflessione importante sulle professioni tecniche e sui titoli professionali, in particolar modo in questo momento storico dove la professione regolamentata annovera attività sempre in costante evoluzione e dove sia l’espressa disposizione di legge che il buonsenso risultano carenti… potrei osare il vocabolo “deficienti” ( dal latino deficere).
Ma al peggio ci pensa Windows con la sua fantastica tecnologia BitLocker
che protegge i dati dall'accesso non autorizzato crittografando l'unità e richiedendo uno o più fattori di autenticazione prima che venga sbloccata.
Peccato che si attivi “ ad cazzum” che la chiave di sblocco non venga rilasciata da Microsoft per ( testuale)
problemi al servere nella tua zona
Ok la cosa potrebbe essere risolta facilmente! Si va da gente brava, e i ragazzi di SVCArgenta sono bravissimi, che ti riconfigurano tutto tanto ho tutti i backup dei dati! Si ma non dei software.
Che problema c’è pensavo! Scarico, reinstallo perderò un po di tempo ma ho tutte le licenze!
Bravo! e non aggiungo altro.
Devo dire che in 24 ore ho avuto la workstation ripristinata e funzionante, in 15 minuti ho reinstallato tutti i software di gestione delle nuvole di punti, in 2 ore ho aggiornato alla versione 8 Rhino ( giusto perchè ho fatto il bonifico dell’upgrade), mentre Graphisoft ci ha messo più di 48 ore a riportarmi operativo. Non lo nego, con grande delusione sulla gestione di licenze che non costano proprio poco.
Ebbene si! oltre al servizio clienti a dir poco pessimo, dove non puoi chiamere telefonicamente ma mandare una mail a cui non rispondono prontamente, quindi attendi e poi lamentati con il rivenditore di zona, ricevi una telefonata in cui ti dicono che devi inoltrare una dichiarazione scritta e firmata ( apposito modulo) di distruzione della licenza e richiesta di una nuova!
Questo vuol dire che se non sei in “contratto di assistenza” e l’hardware va in vacca hai perso la “licenza commerciale permanente” e non puoi reinstallare e usare il software. Ora in effetti Graphisoft la chiave di licenza la chiama “permanente” non “perpetua”! E ci risiamo con gli azzecca garbugli!
La questione delle licenze è davvero complicata! Ma sono difatto parte integrante della professione. La scelta degli strumenti passa anche da li! E purtroppo per quanto è solo l’esperienza che mette in luce tutti i nodi!
Su suggerimento di Giuseppe Pugliese una volta risettato tutto ( mannaggia ho perso tutte le automazioni dello stream deck) procederò con la creazione di una Immagine di Sistema di Backup per il riprostino comprensivo di tutti i software, e quindi licenze, installati.
L’operazione si può eseguire con lo strumento integrato di Windows oppure su suggerimento di Giuseppe utilizzando AOEMI Backupper!
Devo dirti che quanto mi è successo mi ha fatto riflettere molto sul BIM Authoring e sulla scelta dello strumento. Parliamo di investimenti economici che devono avere un ritorno e che devono ad un certo punto costituire voci attive e non costantemente passive. Il panorama sta evolvendo e strumenti come Rhino e Blender si stanno mostrando ottime alternative nella rappresentazione tecnica.
Ti lancio una provocazione:
IL BIM E’ UNA EVOLUZIONE NECESSARIA, LA MODELLAZIONE 3D E’ MOLTO PIU’ EFFICIENTE DELLA RAPPRESENTAZIONE 2D, MA IL BIM E IL 3D NON SONO SOSTENIBILI ECONOMICAMENTE!
NUOVI CONTENUTI: Ancora nulla “la sindrome dell’impostore è ancora in me” amc e la farò!
Pensieri (H)BIM
Quando sentiamo parlare di Reality Capture o (peggio) di Scan to Bim per il patrimonio architettonico antico spesso, anzi sempre, ci troviamo difronte a “spiegoni” che di fatto ci descrivono l’attività di acquisizione e registrazione di dati spaziali e dimensionali del visibile.
Ma quali sono effettivamente le azioni proprie della materia del restauro che definiscono un processo di conoscenza digitale ( chiamala come vuoi modellazione 3D, HBIM)?
La mia esperienza mi ha portato a definire, e sintetizzare, 5 fasi del workflow.
Oggi ti parlerò del primo step!
La fase di acquisizione ha lo scopo di “recuperare” tutti i dati necessari e funzionali a raggiungere l’obiettivo prefissato. Lo step comprende sia azioni sul campo, direttamente sull’oggetto architettonico, che di ricerca d’archivio. La definizione del verbo (transitivo) acquisire ci aiuata a delineare i confini digitali della fase: venire in possesso di qualcosa, ma solo in senso immateriale.
In sintesi la 1 fase ci permette di venire in possesso di dati che raccontano, descrivono e appartengono all’architettura in esame.
La scansione laser scanner terrestre (TLS) è quindi una delle tante possibili fonti. Analizzando attentamente il concetto di Scan possiamo comprendere che il processo informatico di “scansione” si riferisce al trasferimento di un oggetto reale nella sua copia digitale atraverso uno specifico dispositivo. Un po di tempo fa si scansionavano le diapositive o i negativi 6x6 (pellicola fotografica di medio formato) per ottenere immagini fotografiche digitali. Ma non solo possiamo scansionare documenti d’archivio attraverso scanner piani, trasformando così il foglio di carta in file digitale.
La materia del restauro pone un ruolo centrale alla conoscenza archivistica e storica che attraverso il continuo confronto con l’oggetto fisico costituisce il “fondamento dell’attribuzione di significato da un lato e la ricerca dei trascorsi nel tempo”.
Se proprio vogliamo parlare di Scan to BIM allora dobbiamo parlare dell’insieme di dati (grezzi) da organizzati che andranno a “confluire e fondare il progetto di restauro”.
Quali sono quindi le componenti che costituiscono la fase di acquisizione?
Possiamo sintetizzarle in 2, funzione delle fonti che si interrogano:
Perchè i dati possano poi costituire una base di conoscenza devono essere organizzati.
Se il nostro metodo di organizzazione si ispira a quello BIM partendo dalla disciplina del restauro allora i dati dovranno diventare Informazioni attraverso le fasi di registrazione, elaborazione e modellazione.
Da seguire:
Blender è un software libero e multipiattaforma di modellazione, rigging, animazione, montaggio video, composizione, rendering e di immagini tridimensionali e bidimensionali. Dispone inoltre di funzionalità per mappature UV, simulazioni di fluidi, di rivestimenti, di particelle, altre simulazioni non lineari e creazione di applicazioni/giochi 3D.
Blender BIM è un add-on (componente aggiuntivo) a Blender per l’OpenBIM
CAD Sketcher progetto gratuito e open source che mira a migliorare i flussi di lavoro di precisione in Blender portando strumenti, funzionalità e usabilità simili a CAD in Blender.
Risorse Blender
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