Pensieri OutofBIM

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Le radici dell'albero

michelebondanelli.substack.com

Le radici dell'albero

pensare alla strategia prima che alla tattica

Michele Bondanelli
Nov 11, 2022
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Le radici dell'albero

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Storie a puntini

Settimana difficile e intensa, tra computi, contabilità, avvio di cantieri e beghe varie sono riuscito a trovare il tempo per mettere nero su bianco un po di pensieri.

Se volete, se avete voglia, se vi va di lasciare feedback, commenti suggerimenti, porre domande, proporre argomenti specifici o semplicemente fare due chiacchere a fine giornata potete iscrivervi al gruppo telegram OutofBIM.

Della settimana non vi racconto nint’altro perchè l’estasi rugbistica di sabato è ancora in me e “percepisco un tremito nella Forza. L’ultima volta che l’ho sentito fu in presenza del mio vecchio maestro all blacks”.

Pensieri (H)BIM

Rispondere al cambiamento è più importante di seguire un piano

Agile Manifesto

Avvio del Progetto Pilota (H)BIM

Nella metodologia BIM il progetto pilota è il punto di partenza per le organizzazioni/professionisti che vogliono implementare le metodologie e soprattutto il Mindset BIM, un po come si fa nel metodo AGILE di sviluppo software.

Personalmente lo interpreto come un processo metodologico di sviluppo di conoscenze durante il quale requisiti e soluzioni si evolvono fino a costruire un modus operandi con cui in seguito fare scale-up. In soldoni il progetto pilota è SPERIMENTAZIONE

Come vi ho già detto per me questa è una fase 2.0 nel senso che l’implementazione del BIM in studio è già avvenuta nel 2017 ma indipendentemente da quale sia il punto di partenza rispetto al mondo BIM che possiedi il primissimo passo che dobbiamo fare è quello di strutturare la strategia migliore per rispondere al dirompente cambiamento.

Quando mi sono avvicinato al mondo BIM, e sicuramente è capitato anche a te, la prima cosa che mi è stata presentata è stato il software.

La pratica quitidiana pone però domande a cui la sola adozione di uno specifico software non può dare risposte, anzi! L’obiettivo del progetto pilota non è solo “imparare ad usare il software”.

Ti faccio un esempio: Pensiamo ad un albero, bello, alto pieno di foglie e rami

ALT! Nella tua mente si è sicuramente prefigurato un albero perhè “è così che abbiamo sempre fatto” per descrivere un albero ma la mia esperienza mi ha portato a capire che è un mindset da superare. RIPROVIAMO:

Ti faccio un esempio: Pensiamo ad un albero, con radici profonde, un tronco largo e ben proporzionato, non proprio dritto ma quasi, con rami di tutte le dimensioni e foglie che definiscono una bella chioma.

Per prima cosa ho dato risalto alle radici e al tronco, due elemetni che tendono a nascondersi ma di estrema importanza ( mentre scrivo questa similitudine mi sto immaginando gli improperi che il mio amico e agronomo forestale Gioavnni Poletti mi rivolgerà)

  • Le radici e il tronco rappresentano la STRATEGIA, cioè il mindset che ogniuno di noi deve sviluppare cucendocelo addosso come un abito sartoriale

  • I rami e le foglie sono la TATTICA, cioè sono i software, i tool, i workflow ecc.

Prendersi cura per prima cosa e in maniera efficace del tronco e delle radici trovo che sia il percorso migliore per portarmi dove voglio andare con lo sviluppo dell’HBIM.

Per farlo ho trovato nel ciclo di growth hacking un potente alleato. Ovviamente riadattandolo, manipolandolo e facendolo mio perchè, parafrasando la famosa frase di Clive Sirkin,

bisogna “smetterla di parlare di marketing restauro digitale e iniziare a parlare di marketing restauro in un momdo digitale”.

Questo processo di sperimentazione prevede 4 momenti fondamentali:

  1. Analisi

  2. Ideazione

  3. Prioritizzazione

  4. Implementazione

La fase di analisi è una vera e propria critica al nostro metodo di lavoro, che sia già bim oriented o cad prevalente non cambia nulla. L’esperienza mi ha insegnato che per fare questo dobbiamo coinvolgere persone esterne, amici conoscenti o consulenti che con sincerità e con fare propositivo ci aiutino a capire bene cosa va e cosa non va. Personalmente ho imparato a essere meno permaloso (oh sono pur sempre un architetto è che per definizione deve essere minimamente permaloso!!!!). Questa fase la gestisco con una versione adattata della Lean Canvas perchè mi obbliga a sintetizzare un unico problema e focalizzare una promessa, un obiettivo chiaro da raggiungere,

Il secondo step è la generazione di idee. Il mio approccio a questa fase lo definirei DOCGI - disturbo ossessivo compulsivo di generazione di idee. Al momento ne produco veramente troppe tanto che uno dei mantra di questo progetto è “quello che serve non quello che è figo”. Riassumendo le idee devono generare le risposte alle domande/problemi che abbiamo individuato nella fase di analisi.

Il terzo step è la prioritizzazione, essere selettivi. Nell’esperienza maturata posso dirti che è la fase più difficile per chiunque, c’è chi lo metabolizza meglio e chi peggio ma è difficile. Siccome tendo ad essere poco selettivo mi affido al metodo proposto da Sean Ellis chiamato ICE e come sempre leggermente adattato. Il metodo consiste nell’assegnare un valore da 1 a 5 a tre parametri per ogni idea:

  1. Impact: quanto l’idea incide sull’obiettivo del progetto ( 1 poco/ 5 molto)

  2. Confidence: quanta fiducia abbiamo che l’esperimento possa funzionare ( 1 poco/ 5 molto)

  3. Ease: Quanto è facile realizzare l’esperimento tenendo in considerazione costi, competenze necessarie e tempistiche. ( 1 poco/ 5 molto)

Brutalmente si fa la somma dei punteggi e si ottiene una classifica ( possibilmente senza barare).

Il quarto step è l’esecuzione dei test delle idee. E’ la fase in cui abbiamo il diritto/dovere di sbagliare e di aver pazienza, personalmente in questa fase aggrego anche una sorta di backlog in cui analizzo cosa è andato bene cosa male cosa posso fare per migliorare.

Tools

  • Il libro che tengo sempre sulla scrivania quando preparo l’avvio di un progetto di sperimentazione e che ti consiglio è “Growth Hacking mindset” di Raffaele Gaito

  • Inizialmente come ho fatto io puoi usare un semplice foglio di calcolo con tabelle e liste che ti aiuteranno a tener traccia di tutto il processo ( ti svelo che inizialmente mettevo tutto su un quaderno, non farlo). Per questo progetto mi sono ripromesso di usare Trello appoggiandomi alla canale youtube di

    Andrea Ciraolo
    e al suo spiegone.

Sto realizzando dei template specifici su Trello ( per chi veramente sa usarlo abbia pazienza e perdono nei miei confronti) che puoi visualizzare qui:

LEAN CANVAS ver.0

IDEAZIONE rev.0

ESECUZIONE rev.0

  • Nella quotidianeità utilizzo Todoist per l’organizzazione della produttività e della gestione dello studio. Lo trovo indispensabile perchè è collegato al calendario e perchè ha anche una sua APP per ios e quindi sempre con me.

  • Per il time tracking, performance tracking, pianificazione finanziaria, gestione clienti utilizzo Taskomat , un ROI management specifico per liberi professionisti. Tempo fa ho acquistato la licenza perpetua con una super offerta, la versione gratuita è limitata ma utilissima per imparare e crearsi le abitudini necessarie.

  • Finalmente sto provando ad entrare nella mentalità della tecnica Pomodoro . Proprio mentre scrivo questo substack sto usando https://pomofocus.io/ servizio web gratutio, credo…. o almeno io ho schiacciato su start senza fare login e questo è partito!

Lezioni del Qubo

I miei viaggi in macchina (come potete immaginare dal titolo giro su una Fiat Qubo) e/o in treno per lavoro sono caratterizzati dall’ascolto di podcast o video. Questa settimana quello che vi consiglio e che ha una lieson con il pensiero HBIM è:

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