Storie a puntini
Ok siamo nel 2023 ma fino a marzo nei documenti scriveremo la data 2022!
Io sono Michele Bondanelli
Architetto BIM Specialist esperto in restauro architettonico e ti do il benvenut@ su Pensieri OutOfBIM
La newsletter che parla di tecnologie digitali nel mondo del restauro e della conservazione architettonica.
Non so tu! Ma per me la prima settimana di lavoro dell’anno ha un loop temporale che me la fa durare come un mese!
Vero che non mi sono fermato per le feste di Natale, come molti di voi mi hanno risposto su instagram, ma la settimana appena trascorsa è stata veramente lunghissima, non per gli impegni e i carichi di lavoro ma percettivamente sembra durata tantissimo tempo! Temo di essere entrato in un bias cognitivo ( un argomento interessantissimo per la nostra professione e non solo).
Questo e gli avvenimenti che malauguratamente/inutilmente ci hanno tenuto compagnia in questi giorni ( ndr. carburanti) mi hanno fatto riflette su come il concetto di dato e informazione sia veramente entrato nella quotidianità e come non possa essere slegato dalla strategia di comunicazione.
Recentemente un cliente, preparato e pre-disposto culturalmente all’innovazione ma poco “digitale”, mi ha chiesto un servizio di acquisizione di dati fotogrammetrici. Gli ho chiesto cosa si aspettava dal risultato finale e cosa dovesse a sua volta produrre in modo da formulargli la proposta tecnica ( sull’economica ormai si parte subito dal “devo spendere poco). Contento del lavoro fatto e del risultato consegno tutto prima di Natale! Macchè…..
Ora non sto a dirti tutto ma in sintesi “visto che ci siamo mi migliori anche il resto?”
l’appetito vien mangiano
E qui arrivo alla triade maledetta dato-informazione-comunicazione.
Nel mio workflow adotto sempre una strategia di registrazione del dato grezzo ( in questo caso le prese fotografiche e il ground sampling distance) leggermente maggiore rispetto a quanto richiesto, ci penso poi in post produzione a ottenere il risultato stabilito. In pratica mi tengo in tasca qualcosina! Non si sa mai.
Ok! Tu mi dirai ma così il tuo costo di produzione è più alto. Vero
Ma se lo guardi dal punto di vista dei dati necessari alla produzione di un livello di informazione “X” capirai che se ti capita, e ti capiterà prima o poi, di dover variare in corso d’opera qualcosa quel gruzzoletto che hai messo nella sacca della fase di rilievo diretto beh fa la differenza.
Nel caso che ti dicevo non ho dovuto “spendere troppe risorse” nei dati aggiuntivi, li avevo già, ho solo macinato informazioni ( 5% tempo uomo, 95% tempo macchina).
Ho toppato però nella comunicazione! Sono caduto nell’abisso del “ho sempre fatto così” mannaggia!
Cosa voglio dire…
Spesso sono/siamo concentrati nelle strategie per migliorare la comunicazione del prodotto finale! Mi sono accorto che manco nell’avere una strategia “scalabile” e adeguata a diversi contesti di comunicazione di come e in che modo si arriva a quel risultato finale. Il processo produttivo, soprattutto per chi non è completamente dentro allo specifico settore, appare sempre come semplice atto formale. Quasi mai soprattutto noi architetti riusciamo, anche tra di noi, a comunicare con efficacia il processo produttivo che ci porta al prodotto finale.
Trovare un giusto equilibrio tra comunicazione del processo e comunicazione del prodotto potrebbe ( non sono più così tanto giovane da averne fiducia) portare anche a far comprendere con maggiore chiarezza il giusto compenso dei servizi che si offrono.
Se vuoi, se hai voglia, se ti va di lasciare feedback, commenti suggerimenti, porre domande, proporre argomenti specifici o semplicemente fare due chiacchere a fine giornata iscriviti al gruppo Telegram OutofBIM.
Pensieri (H)BIM
Questa settimana ho dovuto trovare una soluzione al problema forse più annoso di chi fa l’architetto. La tavola delle prese fotografiche.
Voglio condividere con te quello che ho utilizzato
Come estrarre semi-automaticamente la posizione delle immagini fotografiche di documentazione e ottenere un elaborato grafico della loro posizione.
Partiamo dal presupposto che ormai tutti noi abbiamo a disposizione uno strumento di cattura delle immagini che registra nel file anche i dati della posizione geografica di dove abbiamo scattato la foto. Insomma il famigerato geotagging.
Il mio problema era quello di redigere una tavola con l’indicazione delle prese fotografiche di un ambito esterno di un edificio, complessivamente 200 foto.
Le immagini erano state scattate con una Insta RS ONE ma per testare il sistema che ti mostro ho usato il fido iphone, anche perchè solitamente le foto di documentazione le realizzo proprio con lo smartphone.
Come forse già sai è possibile impostare la geolocalizzazione delle immagini che scatti con iphone. Questa impostazione registrerà nel file della foto, nei metadati o dati EXIF, la longitudine, latitudine e altezza dello smartphone di fatto consentendo di inserire in una mappa tipo google maps la tua foto proprio nel punto in cui l’hai scattata.
Per prima cosa avrai notato che le coordinate sono espresse in gradi sessagesimali e che si riferiscono al sistema di riferimento geografico WGS84, dopo vedremo perché è importante saperlo.
Io sono partito dal lavoro di Giampaolo Beretta che ha creato una routine per il programma ExifTool, un software opensource a riga di comando capace di estrarre i metadati da diversi file. Il lavoro di Giampaolo Beretta è stato quello di realizzare un eseguibile che estrae i dati di nome file; latitudine; longitudine; altezza e se hai usato un drone anche il rolling della camera Yaw; camera Pitch; camera Roll ( dati che al momento non ci servono). Questa routine consente di poter gestire un dataset anche di grandi dimensioni e estrarre un file di testo tabulato con le coordinate che ci servono. Il procedimento è semplicissimo basta scaricare dal sito web di Giampaolo Beretta ExifTool e il suo eseguibile che si chiama Lanciami; poi copiarli nella cartella del dataset da cui vuoi ottenere i metadati e lanciare il file LANCIAMI.
In base al numero delle immagini da processare ci metterà più o meno tempo, se ne hai tante attendi, abbi pazienza. Io ho testato con 4 foto ti consiglio di fare qualche test anche tu con poche immagini.
A questo punto il gioco è fatto si è generato un file con le coordinate che si chiama EXIF, lo puoi rinominare come vuoi.
Io uso Notepad++ per leggere e scrivere file di questo tipo.
Ora attraverso QGis possiamo importare questo file e ottenere la posizione. Aggiungiamo un layer da testo delimitato. Facciamo attenzione che nella stringa di SR quando caricheremo il file Exif sarà di default su WGS84 sistema geografico, dobbiamo andare a scegliere l’EPSG di progetto di Qgis, cioè lasciamo che sia QGis a a trasformare la rappresentazione in cartografica.
Il gioco è fatto. Ora possiamo visualizzare le nostre immagini sulla cartografia e fare quello che, più o meno, vogliamo. ( per uno spiegone migliore del mio ti rimando al video di 3DMetrica)
Ci sono altri sistemi per ottenere lo stesso risultato, a me serviva poter disporre di un file QGis da disporre su iPhone tramite Merginmaps per scattare immagini nel tempo dalla stessa posizione.
Tools
Da vero boomer nabbo 110% stavo cercando sulla rete qualcosa per migliorare la comunicazione, non i soliti marketing oriented, ma specifico per architetti e ho scoperto, meglio tardi che mai Control+Z Blog. Non serve dire altro…..
Lezioni del Qubo
Le contaminazioni sono importantissime e devo dire con grande sorpresa, non per l’autore Filippo Strozzi che già apprezzavo per A2podcast, ho trovato interessantissimo il podcast Avvocati e Mac in particolare mi sono sparato piacevolmente l’ultima puntata dedicata al confronto tra sistemi windows e apple cosa che mi tocca parecchio da vicino.